Che mostro di bravura è Robert De Niro! In questo film del 1993 diretto
da Michael Caton-Jones e riproposto ora da Netflix, Bob è un patrigno
impossibile che tiranneggia il figlio di sua moglie, un Leonardo Di
Caprio giovanissimo e un po’ ribelle che vuole sfuggire alle sue
manesche prepotenze e più ancora a una soggezione che non gli lascia
margini e ne frustra le aspirazioni. Un film che si rivela il biopic
dello scrittore Tobias Wolff, autore della sceneggiatura
tratta dal suo romanzo autobiografico, e che vive tutto sulla bravura
dei suoi interpreti, tale da rendere credibile e drammatica una storia
di soprusi come ce ne possono essere tante. Siamo in America negli anni
Cinquanta, gli anni dell'ottimismo. La guerra è finita, l'economia è in
crescita, gli uomini sono tornati a casa e tutte le regole stanno
velocemente cambiando.
De Niro giganteggia, istrionico, prepotente e
violento, in simbiosi con il personaggio e insieme criticamente
brechtiano. Leonardo Di Caprio e l’altrettanto brava Ellen Barkin non
sono da meno, ma gli ruotano fatalmente intorno come satelliti.
Un
personaggio, quello di De Niro, da allineare alla gamma dei suoi
maggiori, dagli anni del secondo Padrino che lo rivelò alle
interpretazioni in TaxivDriver, di Jack La Motta, di Al Capone, di
Frankenstein eccetera... Peccato che un attore così grande, della
generazione dei compagni di Scorsese, col quale ha girato ben otto film,
sia ormai costretto in ruoli spesso discutibili di prestigioso cammeo.
Ma sic transit gloria mundi.
Il film di Caton-Jones costituì anche la definitiva affermazione del giovanissimo Di Caprio che, per questa sua esibizione, ottenne un’autentica pioggia di premi, consacrandosi divo in crescita.
Il film di Caton-Jones costituì anche la definitiva affermazione del giovanissimo Di Caprio che, per questa sua esibizione, ottenne un’autentica pioggia di premi, consacrandosi divo in crescita.
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