DESCONOCIDO - RESA DEI CONTI



Non è detta che per fare un film ci voglia un’idea originale. Tutt’altro. Ci sono certi schemi, certe situazioni narrative che funzionano sempre, comunque le si rigiri. 
Prendete il caso di uno stimato direttore di banca che sta portando i due figli a scuola quando gli viene intimato via cellulare da uno “sconosciuto” di fargli trasferire sul conto una grossa somma, altrimenti la macchina salterà in aria non appena qualcuno cercherà di sollevarsi dai sedili. Non somiglia tremendamente al soggetto di “Speed”, di “Taken”, di “In linea con l’assassino” e di tanti altri “action movie” che abbiamo visto? Eppure lo svolgimento, la narrazione è imprevedibile ed emozionante. I tentativi disperati dell’uomo per rimediare i denari e sventare il ricatto, le difficoltà impreviste, gli ostacoli sempre nuovi, gli interventi esterni che rischiano di vanificare i tentativi dello sfortunato conducente, tutto un seguito di avvenimenti che scandiscono il film in due parti: la prima sostanzialmente d’azione, la seconda di suspense. 
Non vorremmo raccontare oltre per non togliere allo spettatore il piacere di seguire questo film, mai banale e scontato, che punta sulla tensione ma anche e soprattutto su pochi incisivi personaggi: un padre disperato – l’ottimo Luis Tosar - che si batte da leone, una adolescente che non vuole abbandonare il genitore, un bambino ferito e, nella seconda parte, la poliziotta-artificiere. Pochi personaggi ma compiuti, interpretati e tratteggiati con vigore e verità, seguiti nella loro evoluzione psicologica e nei reciproci rapporti. 
Un ottimo film, diretto dall’esordiente Dani de la Torre, che ha anche il merito di porre, e non in modo surrettizio, il tema molto attuale dei clienti rovinati dalle disinvolte promozioni bancarie mediante la vendita di titoli tossici, e possiamo chiamarle anche frodi. Non ci stupirebbe che gli americani ne realizzassero quanto prima un furbo remake, con un grosso budget e qualche divo famoso, secondo il loro collaudato costume. Guadagneremmo un ennesimo sapiente film d’azione ma ovviamente privato di quel radicamento tutto spagnolo nei luoghi, nelle situazioni, nei personaggi. Ma è grazie a questa radicamento che il film riesce a superare le strettoie del ”genere” per diventare un’opera a tutto tondo, sceneggiata orchestrata e interpretata con classe.

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