GETAWAY - VIA DI FUGA



Gli inseguimenti automobilistici sono una dei piatti forti del cinema, direi l’unico accadimento non ripetibile né proponibile in teatro, in pittura o in musica. Non è possibile trascrivere la velocità se non con la velocità. I Keystone Cops, gli strambi inetti poliziotti delle prime comiche cinematografiche di Mack Sennnett, furono il primo esempio di pazzo inseguimento cinematografico, seguito poco dopo dai treni impazziti di Buster Keaton e così via. Negli anni Settanta, grazie alla squadra acrobatica di Remy Julienne, si cominciò a far le cose sul serio. E poi naturalmente gli americani e, per venire a tempi più recenti, la tetralogia di “Taxxi”, la trilogia di “Transporter”, e poi ancora “Ronin” e, alla televisione, la serie tedesca “Squadra speciale Cobra 11”. 
Ma “Getaway-Via di fuga” li batte tutti: un film che è solo una lunga, inesorabile, drammatica corsa automobilistica, un duello all’ultimo metallo fra la macchina e tutto il resto, pedoni, palazzi, pubblici mercati e soprattutto altre macchine targate Polizia. Una sagra dell’autoscontro e della carambola. Il tutto innescato e dominato dalle istruzioni folli che il povero autista riceve via telefono da qualcuno di cui ignora il volto e che, tenendo in riscatto sua moglie, gli intima, per salvarle la vita, di obbedire ciecamente ai suoi apodittici diktat. Il folle gioco continua per novanta minuti, arricchito dalla presenza di un secondo personaggio, la giovanissima coinvolta nella corsa che diverrà – ma alla fine, molto alla fine - l’elemento risolutore della storia. 
Che dire? Lo spettatore esce stordito da questa maratona di autoscontri ma non deluso, il gioco riesce e la magia dello schermo rende il tutto molto realistico e avvincente, prendendo le distanze dagli scontri cruenti e meccanici del videogioco: questo è forse il suo merito maggiore. Il film è stato girato nel 2012, prevalentemente in Bulgaria, e diretto da Courtney Solomon. Ethan Hawke, eroe solitario, vince la sfida di interpretare l’intero film al volante e di dare credibilità alle sue angosce, accanto a lui la giovanissima Selena Gomez se la cava alla grande. E il gioco riesce per lo meno sul piano di un avvincente spettacolo che lascia un po’ senza fiato.

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