Judith Exner, un’avvenente enigmatica signora, si trova davanti alla
Commissione d’inchiesta del Senato degli Stati Uniti che la interroga
sui suoi rapporti tempestosi con uomini di potere. Che ha combinato di
pericoloso questa donna? Un flashback che dura tutto il film ci informa
dovutamente. La bella e seducente fanciulla è caduta vittima di almeno
“tre errori” – come li chiama lei - innamorandosi successivamente di un
giovane attore farfallone, William Campbell,
che sposa e da cui divorzia, in secondo luogo della “voce” per
antonomasia, cioè del grande Frank Sinatra, e infine di un giovane
senatore, tale John Kennedy, che aiuta - per non farsi mancar nulla - a
stabilire rapporti pre-elettorali con una nuova fidata frequentazione,
Sam Giancana, fra le cui braccia affettuose riparerà quando
l’onnipotente Edgar G. Hoover, capo della CIA, imporrà al Presidente
Kennedy di interrompere la tresca usando la rituale arma del ricatto.
Una storia aggrovigliata quanto inedita, svelata dalla diretta
interessata solo molto tardivamente in un libro di memorie, “My story”.
Una storia che una donna regista, Susan Seidelman, la stessa che fece
debuttare Madonna in un film piuttosto bruttarello, narra con accenti e
modalità da romanzo rosa, quelli che un tempo da noi si chiamavano “alla
Grand Hotel”, trasformando la tutt’altro che fragile e sprovveduta
bellezza nella vittima di un amore appassionato e spassionato con il
grande Presidente. Ma è successo proprio così?
La vicenda, anche se
narrata con gli strumenti della più fragile biopic televisiva, è
singolare e - a quanto ne so io - inedita. La si segue con una certa
curiosità, anche se la ricostruzione ambientale è approssimata e gli
attori che si calano in personaggi di tanto peso sono fragilissimi, a
cominciare dalla canadese Natasha Henstridge, bella e volonterosa quanto
carente in fatto di carisma. Frank Sinatra calca sempre il feltro come
nelle cover di molti suoi dischi per evitare di farsi confondere con
qualcun altro e il grassottello interprete di Kennedy fa quello che può.
Marilyn appare solo di sfuggita, in un paio d’immagini di repertorio,
fortunatamente non mediata da un’attrice. Che dire? A chi ama gli
sguardi sul nostro passato questo film-tv del 2002 potrà interessare.
Come leggere una pagina di storia riassunta in un pulp. Ed è già
qualcosa.
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