Ci sono alcuni temi – meglio chiamarli congegni oppure molle – che
garantiscono lo scatto ogni qualvolta vengano usati. La molla della casa
chiusa notturna e inaccessibile, la molla del visitatore sconosciuto
piovuto non si sa da dove, la molla dell’amico o congiunto buono che si
rivela uno psicopatico con svariati delitti a carico, la molla del
sequestro di persona con conseguente richiesta di riscatto e affannosa
ricerca della vittima prima che sia troppo tardi, e così
via. Tutte molle che vengono caricate a doppia carica quando ci sono di
mezzo i bambini. Forte contenuto adrenalinico, suspense e tensione
all’ennesima potenza, finale catartico con la vendetta e la vittoria del
più debole. Sulla base di questi schemi garantiti si potrebbero
costruire mille film, e non è detta che ne siano già stati costruiti
altrettanti.
“Emelie” si allinea in buon ordine alla lista: una
babysitter simpatica e caruccia, tre bambini pestiferi, una coppia di
giovani genitori che si concedono un’uscita serale per celebrare
l’anniversario di nozze con cenetta a due. E poi? E poi la babysitter
caruccia si rivela una inquietante psicopatica con dramma personale
appresso, i bambini pestiferi vengono convenientemente bistrattati e
terrorizzati, meno il più grandicello che scopre inaspettate doti di
salvatore, in più c’è un misterioso signore che spia la coppietta
genitoriale mentre sta allegramente brindando al ristorante. Non voglio e
non debbo raccontare di più di questo thriller americano con una punta
di horror. Ma a conti fatti il film funziona, la molla scatta a dovere, e
la tensione saggiamente amministrata dal regista
Michael Thelin ci fa
dimenticare il deja vu: siamo pronti a caderci ancora una volta. E Sarah
Bolger, l’attrice irlandese che vestiva i panni di Maria (non ancora
sanguinaria) nella serie dei “Tudors”, se la cava alla grande.
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