TRILOGIA MILLENNIUM



Fu un caso letterario: un giovane giallista svedese che raggiunge un successo planetario con una corposa trilogia di thriller molto singolari, pubblicati in parte postumi, perché Stieg Lasson muore all'improvviso nel 2004, poco dopo aver consegnato il manoscritto all'editore svedese, quando prometteva ancora molto o forse aveva già dato tutto. Tre opere corpose, con storie e personaggi che si accavallano in un viluppo di rimandi che tarda a districarsi. 
Ho amato quei tre libri e ho giudicato con sospetto l’inevitabile tentativo di tradurli in film. Poi mi sono fatto coraggio e mi sono visto “Uomini che odiano le donne” (2009). Il giudizio é sostanzialmente positivo, intanto ho visto fugato il pericolo di trovare la storia semplificata e acchitata da film made in Usa, con epici coloratissimi panorami e attori acqua e sapone di bellezza. No, i panorami sono quelli lividi e un po’ tristi di un paese di freddo e di neve e i volti dei personaggi non hanno nulla o molto poco di “cinematografico” nel senso usuale. La vicenda, con le necessarie semplificazioni nel passaggio da settecento pagine a due ore di cinema, conserva quel tono di lenta, metodica ma intrigante scoperta di una famiglia grande e corrotta, nel gioco di personaggi abbietti. Credo che non vedrò il remake made in Usa del 2011, con lo 007 Daniel Graig in missione speciale, anche se i più solerti recensori gli danno una stelletta in più.
Ho completato la visione del secondo e terzo film - tre film molto svedesi - tratti dalla trilogia “Millennium” di Stieg Larsson: “La ragazza che giocava con il fuoco” e “La regina dei castelli di carta”. Film molto svedesi non solo perché realizzati e interpretati in Svezia da attori svedesi, ma perché così intimamente si collegano al nuovo immaginario che cinema e televisione hanno costruito negli ultimi anni. 
Della Svezia e in generale di quel Nord Europa scandinavo, stretto nella morsa del gelo e popolato di belle ragazze bionde e disinibite che d’estate transumavano nei nostri mari, conoscevano, in termini cinematografici, molto poco: le opere allucinate e allucinanti di Carl Theodor Dreyer, il mito delle grandi attrici planate negli Usa, da Greta Garbo a Ingrid Bergman, e poi le numerose incursioni di Ingmar Bergman nei territori dell’inquietudine spirituale. Da giovanissimo amavo anche i rari film esportabili di Vilgot Sjoman, uno studioso di cinema e regista che poi conobbi a Venezia, film disinibiti e trasgressivi, che raccontavano temi sociali e personaggi tormentati in maniera provocatoria ed esplicita, ma quei film dovevo andare a vedermeli a Parigi, in un cinemetto della Rive Gauche. Poi c’era l’immagine, liberante e insieme triste che di quel paese, lontano da noi molto più dei chilometri che ci separano, avevano dato due italiani di cinema, Gian Luigi Polidoro e Albero Sordi: il paese della libertà sessuale, talmente disinibito da farti rimpiangere, a conti fatti, il nostro costume retrogrado e bacchettone. 
E adesso, da non molti anni, c’è un grande ritorno, specie in cinema e tv, serie che vengono puntualmente copiate dagli USA, libri “gialli” che vengono puntualmente tradotti diventando best-seller e i tre capolavori – possiamo definirli tali ? - dello sfortunatissimo Stieg, compendio di iniquità spionistiche, di speculazioni selvagge, di sfrenata violenza e libertà sessuale, di scatenato giornalismo d’inchiesta, di amori perversi con al centro il personaggio femminile più singolare della nuova narrativa: Lisbeth, hacker in abiti da irriducibile metallara, lesbica disinibita e complessatissima creatura che deve continuamente fare i conti con un terribile passato. I tre film raccontano a modo loro i tre romanzi ma ne conservano il succo e in gran parte gli umori, l’ambiente un po’ scostante di quelle città, i volti, lontani dall’immaginario svedese dei nostri anni giovanili, volti duri, sofferti, non belli, di giovani ma non giovanissimi. Netflix ce li porta in casa senza più bisogno di ricorrere al mio cinemetto parigino.

2 commenti:

  1. fin qui disponibile solo il primo film UOMINI CHE ODIANO LE DONNE. e gli altri due?

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  2. I film sono incompleti. Mancano dei pezzi importantissimi per capire tutto il filo della storia. Fin dal primo capitolo. ^_^

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