THE WARD



Difficile da collocare un regista come John Carpenter. Regista “di genere” o artista? Un po’ l’uno e l’altro, non ci sono - o non c’erano - strette suddivisioni di casta per generazione di registi USA degli Anni Cinquanta-Sessanta. Carpenter firmò alcune pellicole autoprodotte o quasi con pochi pochissimi soldi, che puntavano tutto sulla sua abilità di raccontare storie improbabili e di cui era autore, regista, montatore nonché musicista: i proto-horror di “Halloween” (1978) e “Fog” (1980), a cui seguirono il film post-atomico “1997: Fuga da New York” (1981) che fu il suo saggio d’ingresso nel grande cinema, quello con tanti soldi a disposizione. Seguirono altre pietre miliari del “genere”, come “Christine, la macchina infernale” (1983), ecc. 
Scomparso o quasi per qualche anno, è risorto nel 2010 con questo horror abbastanza singolare, dove si può respirare la tensione morbosa del “genere” ma tutt’altro che decifrata in modo sbrigativo, come nei film di serie B. Un ambiente – un ospedale psichiatrico? – che raccoglie ragazze con seri problemi comportamentali, una protagonista bella e indomita che tenta ripetutamente la fuga, il tutto risolto con la sorpresa di un finale a base di imprevedibili e arzigogolate spiegazioni psicanalitiche che ci guarderemo bene dal raccontare. In qualche modo un classico dell’horror con pochi ambienti – sostanzialmente uno – e pochi personaggi, in primo luogo la bionda e affascinante Amber Heard, abbastanza brava, che porta su di sé tutto il peso del racconto. Bravo Carpenter che sa come si costruisce un horror, senza bisogno di strafare ma senza rinunciare agli immancabili “effetti” che lo spettatore si attende, compresa l’immancabile apparizione orripilante come da copione. 
John Carpenter, che ha profondamente influenzato il cinema dei Tarantino, dei Rodriguez, dei Guillelmo Del Toro, è un esempio e un simbolo per il cinema indipendente e quella “di genere”, un cinema “povero”, minimalista nella fotografia e nell’illuminazione. Ma questo suo ultimo parto, pur se pregevole sotto molti aspetti, non sembra aver raggiunto il risultato sperato per il suo rilancio.

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