RIFLESSI DI PAURA



Sfuggito alle insidie terroristiche della fortunata serie “24”, Kiefer Sutherland incappa in un lavoro che sembrerebbe prospettarsi di tutto comodo: il guardiano notturno di un grande palazzo semicombusto che ospitava un elegante “grande magazzino” e ora popolato da manichini divenuti sagome terrificanti (dieci allo scenografo che ha creato quest’incubo di rara efficacia, realizzato a mestiere in Romania, utilizzando l’incompiuto palazzo dell’Accademia delle Scienze di Bucarest). 
Mai fidarsi dei lavori comodi, perché gli specchi di cui è gremito il mastodontico rudere, si trasformano per Kiefer in spaventosi tranelli, raddoppiando le presenze di chi vi si specchia e creando dei “doppioni” assassini. Non solo, ma dalla sede dell’emporio la minaccia si trasferisce, sempre per mezzo degli specchi, anche nell’abitazione della famigliola del guardiano minacciando moglie e figlioletti di morti atroce quanto sofisticate. L’incubo spunta all’improvviso e si affaccia lentamente durante le visite notturne del custode, per poi deflagrare in un’esplosione terrificante di risa, pianti, apparizioni, effetti ed effettacci. Non per nulla parliamo di horror, un horror che – come da copione - non ci risparmia facce orripilanti, corpi ustionati e tutto il prevedibile o imprevedibile armamentario. La storia s’ingarbuglia: una vecchietta, prelevata dal suo rifugio nascosto, dovrebbe metter fine alla ridda e invece ne provoca la deflagrazione finale. E il povero Kiefer sfugge in extremis alla distruzione definitiva con relativi crolli a catena. O forse non vi sfugge?
Cosa dire sul film? Un horror è un horror e c’è poco da prevedere o eccepire. In questo caso è anche un horror del 2008 copiato da un precedente sudcoreano del 2003, scusate se è poco. Sutherland figlio fa quello che può per guadagnarsi il cachet, e così la bella Paula Patton che interpreta sua moglie.

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