PUNTO D'IMPATTO - DERAILED



Esiste una sorta di sottogenere che potremmo chiamare “thriller ferroviario”, con un copione tassativo dal quale non è lecito né opportuno allontanarsi: alcuni passeggeri salgono a bordo di un treno, fra essi c’è il buono con una missione da compiere e una banda di cattivissimi in incognito. Lungo il viaggio inarrestabile ne succedono di tutti i colori: i cattivi si appropriano del treno e fanno fuori nel modo più spedito macchinisti e personale. 
Per una imprevedibile casualità il buono riesce a sfuggirgli. Da solo, o al massimo con l’aiuto di un sopravvissuto, deve riuscire a neutralizzare i cattivi, liberare gli ostaggi e sostituire i macchinisti uccisi alla guida del treno. Ma nel film in oggetto c’è molto di più: un virus letale racchiuso in tre fialette che potrebbe causare un’ecatombe ecologica, un ponte fatto crollare per neutralizzare la sciagura, il solito vagone pencolante sul vuoto da cui i buoni riescono a salvarsi in extremis, il capo dei buoni che invece è una cattivo, e così via. Il sottogenere è prolifico e i risultati sono di solito apprezzabili. La corsa inarrestabile garantisce la suspense. 
Potremmo fare esempi numerosi, a cominciare da “Cassandra Crossing”, di cui “Derailed” risulta per qualche verso un remake. Stavolta il buono ha il volto rassicurante di Jean-Claude Van Damme con famiglia al seguito, c’è poi una semibuona, che è una sicaria acrobatica, e una banda di cattivi dai volti più o meno anonimi, il solito generale che vorrebbe andare per le spicce e far bombardare il treno, il solito elicottero pronto a prelevare i cattivi a missione compiuta, e l’antidoto che salva tutti in extremis. 
Si può ironizzare fin che si vuole ma la formula funziona e il film assicura due ore di sana e collaudata suspense. Una curiosità: il film si apre con un bel panorama di Firenze (ripreso probabilmente da Piazzale Michelangelo) su cui campeggia in sovrimpressione la scritta: Vienna, Austria.

Nessun commento:

Posta un commento