Cosa disfarci di noi stessi nel lavoro che svolgiamo giorno dopo giorno,
cioè come disfarci del peso delle nostre paranoie private che finiscono
fatalmente per condizionare il nostro operato e quindi il nostro
rapporto con gli altri? E’ il tema sottinteso a questa nuova serie
anglo-tedesca proposta da Netflix, almeno stando ai primi episodi. Siamo
tutti un po’ paranoici, cioè ci trasciniamo dietro i nostri dilemmi, i
nostri dubbi, la nostra insofferenza. anche quando
dovremmo farci osservatori e giudici impassibili.
Tre
personaggi-guida, tre poliziotti - tanto per cambiare -. Lei è una
quarantenne, mollata dal compagno dopo molti anni di convivenza, e
quindi brutalmente esposta a bruciar gli ultimi anni di una giovinezza
che le sta sfuggendo, lui è il giovane un po’ plagiato da una madre
possessiva, che forse confida troppo in quest’avventura con una donna
più anziana di lui. Il terzo è un anziano integerrimo poliziotto
assalito da vere e proprie crisi di panico che cerca invano di
nascondere. Tre personaggi che credono nel loro lavoro ma che ai quali
il lavori non basta, sospesi fra impegno e angoscia. Un po’ paranoici.
La storia è quella del solito assassino misterioso che i tre tentano
invano di scoprire, una storia ben costruita, ambientata nella cittadina
inglese di Woodmere. Narra del misterioso omicidio della Dottoressa
Angela Benton avvenuto in un parco giochi per bambini dove la donna
aveva portato a giocare il figlio Luke di 3 anni. L’elemento di novità è
poi costituito da un “ghost detective”, cioè da un detective fantasma,
che si diverte a interferire nelle ricerche dei nostri tre investigatori
fornendo loro strani indizi.
Seguiremo la vicenda, ma quello che per il
momento ci ha colpiti è lo spazio riservato a queste tre paranoie
portanti.
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