Il mondo di domani in una serie inglese di episodi nei quali il domani
assume il volto di un universo informatico denso di insidie,
nell'incedere e progredire delle nuove tecnologie, l'assuefazione ad
esse ed i loro effetti collaterali.
Terza stagione, numero uno, “Caduta
libera”: armata di insostituibili smartphone la gente si giudica e si
autogiudica in base al punteggio del proprio aggeggio. Per cui il
comportamento e l’accettazione sociale dipendono dalle stelline
che riusciamo a totalizzare e incamerare dai nostri simili, quelli che
incontriamo per la strada o nel nostro edulcorato ambiente. Ne deriva un
mondo fasullo, pieno di valutazioni false e di valori deformati e
deformanti, come quello che con molto acume ci dipinge questo episodio.
Fino a quando la malaugurata o beneaugurata funzione cede di fronte
all’inaspettato e l’olimpo di sorrisi precipita.
Ancor più “terribile”
il terzo episodio, “Zitto e balla”, dove ognuno dei protagonisti è
ricattato da una voce anonima, recapitata tramite l’immancabile
smartphone, che minaccia di mettere in rete dei video privatissimi da
cui dipende l’onorabilità e la vita dei malcapitati. Per evitare il
sinistro gli sventurati dovranno compiere, su ordinazione e istruzioni
fornite via via, azioni delinquenziali che, oltre tutto, li
coinvolgeranno assieme. Una condanna terribile da cui è impossibile
sottrarsi. Il breve film, come il precedente, ha il sapore di un
divertimento amaro ed è sorretto da una realizzazione ineccepibile.
Questi “black mirror”, giunti alla terza stagione, promettono di essere
un prodotto per palati fini, molto meno evasivi di quanto potrebbero
sembrare. Dopo la serie d’esordio dedicata soprattutto ad esperimenti
formali, questa terza si rivela come un’avvincente lettura metaforica ma
non elusiva del mondo in ci viviamo.
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