Netflix
mi permette un recupero, il film dedicato alla “relazione sentimentale” fra
Coco Chanel e Igor Stravinsky. Un film del 2009, l’anno storico in cui
riscoprimmo il personaggio Coco Chanel, celebrata da una serie televisiva con
Barbara Bobulova e dal film di Anne Fontane (Coco avant Chanel). Ultimo e terzo
si aggiunse questo “Coco Chanel & Igor Stravinsky” diretto dall’olandese
Jan Kounen e tratto da un romanzo di Chris Greenhalgh.
Un film che ci presenta
un clima ed un’eroina ben distanti dai precedenti. Coco scopre la musica di
Igor durante la prima parigina della “Sagra della primavera”, che si conclude
fra fischi, improperi e vere proprie risse in platea: troppo lontana la cupa,
martellante musica del giovane russo dalle melodie alla moda e dalla tradizione
delle grandi opere liriche. Lo conosce dieci anni più tardi, quando lei è già
famosa e lui è un esule con la numerosa famiglia dagli sconvolgimenti della
patria. Coco lo accoglie, ospita lui e famiglia nella sua splendida villa di
campagna a Garches, vive con il musicista un disperato passionale sconvolgente
amore e lo mette in grado di comporre e cogliere il suo definitivo trionfo.
Un
ritratto d'epoca filologicamente corretto, un film raffinato, dominato – e si
direbbe dettato - dall’atmosfera cupa e un po’ ossessiva che si sprigiona dalle
musica di Stravinsky. E una Coco diversa, possessiva e severa, algida e
appassionata, che prende le distanze dalle altre Coco raccontate dal cinema,
anche grazie alla interpretazione e alla figura di Anna Mouglalis, attrice e
modella francese, che vive in maniera distaccata e nevrotica questa sua
singolare storia d’amore. Un film difficile, ma chi l’ha detto che tutti i film
debbono essere facili?
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