Il mondo degli impiegati, gioia e delizia dei narratori per parole o per
immagini, dalle “Miserie di Monsù Travet” di Vittorio Bersezio e film
di Mario Soldati, 1945, a “Policarpo ufficiale di scrittura” (1959)
ancora di Soldati ma tratto da Gandolin, a “Impiegati” (1985) di Pupi
Avanti, eccetera. Impiegati pubblici col cartellino o la scheda
magnetica da aggirare o da evadere, e impiegati privati con il loro
bravo computer davanti al naso, impiegati soddisfatti
o irrequieti.
Si fa disponibile ora, grazie a Netflix, questo piccolo
film ironico (“Office Space” di Mike Judge, 1999) sugli impiegati di un
grande cartello americano, quotidianamente dediti a un lavoro del quale
sfugge loro l’importanza o la necessità, vessati dal timore di possibili
licenziamenti o soggetti al controllo di esperti beoti che possano
giudicare desueto o inutile il loro specifico settore. Critiche in parte
usuali e un po’ scontate, come nelle opere citate o in molte altre e
come in tante vignette umoristiche, oppure critiche originali, sfornate
dal repertorio impiegatizio USA al quale il nostro compartimento
impiegatizio sempre più somiglia o è destinato a somigliare. Il film le
raccoglie tutte e le amministra con garbo.
Una storiella curiosa.
L’impiegato renitente alla routine che, grazie ai sortilegi di un
ipnotista, riesce a dare un calcio alle regole imposte dal solito
capoufficio cretino e che, grazie a questo atteggiamento sanamente
menefreghistico, anziché ricevere l’ostracismo dei competenti che
esaminano le mansioni, riceve inaspettati elogi e promozioni. E poi il
sodalizio truffaldino fra tre giovani impiegati al fine di frodare la
loro macroscopica ditta con un espediente contabile-digitale (“chi di
spada ferisce di spada perisce” sarebbe il caso di dire) con relativo
pentimento finale e salvezza dal disastro grazie a un provvidenziale
incendio. Ma ci sono altre sequenze gustose, come quella prima dei
titoli di testa, con le auto incolonnate in un ingorgo da traffico
urbano.
Insomma un filmetto leggero che in America, inizialmente
bocciato al botteghino, sembra sia diventato un cult, grazie soprattutto
ai DVD. Un gruppo di interpreti simpatici e la presenza di Jennifer
Anniston in versione originale.
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