I MUPPET NELL'ISOLA DEL TESORO


Nel 1990 mi trovavo a Orlando e fui fra gli invitati alla commemorazione funebre di Jim Henson, scomparso proprio in quei giorni, una commemorazione sui generis, molto all’americana, con battimano fragorosi e la presenza di Kermit, Miss Piggy, Gonzo & C., Jim Henson, il papà dei Muppet, creatore e patron di quei pupazzi assurdi e fuori da ogni schema tradizionale, costruiti con materiali morbidi e quasi sempre gestiti da burattinai, con occhi fissi e bocche enormi. Henson aveva inventato e dato vita – a partire dal 1955 – a un nuovo universo di essere antropomorfi, realistici come la maialina miss Piggy e la rana Kermit o completamente assurdi come il mostriciattolo Gonzo, l’orso Fozzie e tanti altri, agli antipodi dei dolci edulcorato animaletti alla Disney, ultima incarnazione televisiva dei burattini e ultimo connubio fra fantocci e attori reali. 
Il sodalizio negli anni Ottanta con la Walt Disney aveva aperto ai Muppet nuovi ambiziosi orizzonti. Non più brevi show destinati prevalentemente alla tv ma veri e propri film a lungometraggio, con scenografie, attori veri eccetera, di cui era stato promotore e animatore Brian, il figlio di Jim Henson. Rinnovati successi ma anche l’imprevedibile canto del cigno di un capitolo della televisione di fantocci. Fra non molto la Pixel con i suoi pupazzi digitali avrebbe completamente occupato il campo esautorando almeno in parte questo che all’epoca sembrava un prodigio d’invenzione e dando una concretezza materica, tridimensionale al vecchio cartone animato. I Muppet continuano ancora una felice carriera ma il loro mondo ha un che di passato.
Ho visto “L’isola del tesoro”, film ambizioso del 1996, dal frequentatissimo romanzo di Robert Louis Stevenson, con Muppet e attori, ottime scenografie e belle canzoni: una sorta di vicenda-musical nella classica tradizione disneyana. Bello, divertente soprattutto nell’affastellamento caotico dei pupazzi in festa, illogici e orripilanti se non fossero gioiosi e cordiali, il trionfo della fantasia e dell’assurdo. Mostriciattoli simpatici, sgorbi irresistibili, che non vogliono celare allo spettatore, adulto o bambino che sia, la caratteristica principe della marionetta e del burattino, quella di essere un essere dotato di vita autonoma e insieme dipendente da un mediatore o demiurgo che dir si voglia. Il mondo dei burattini e dei burattinai nell’estrema versione

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