TRIAGE



Strano film del 2009, firmato dal regista e sceneggiatore bosniaco Danis Tanovic e interpretato da attori di diversa nazionalità, l’americano Colin Farrell, la spagnola Paz Vega e l’inglese Christopher Lee, già conte Dracula: dunque figlio di una complessa coproduzione. Film sui postumi di un feroce conflitto - Kurdistan, anno 1988 – sul fotoreporter che vi ha preso parte, coinvolto in un feroce agguato fra curdi e iracheni, e che ne è uscito distrutto nel fisico ma più ancora nel morale e nella psiche. Scopriremo via via nel corso della narrazione la causa di questa sua crisi, rievocata con insistiti flashback che mostrano i momenti convulsi del tentato salvataggio - e poi dell’abbandono - di un compagno di vita e di sventura. E sono scene cruente, di una crudeltà di rado raggiunta altrove. 
Il film è cupo, depressivo e non poteva essere altrimenti, forte e violento nelle scene belliche: quella carneficina spietata, l’amputazione subita dall’amico, l’eliminazione dei feriti irrecuperabili da parte del pietoso-spietato medico curdo nel precario improvvisato ospedaletto da campo (“Trage” significa appunto smistamento: chi poter salvare e chi lasciar morire tra i feriti). Più impacciato il film quando si tratta di toccare la sfera psicologica, dove si sfiora il dejà vu, nonostante la sicura prestazione del vecchio attore inglese che per noi rimarrà sempre Dracula. Colin Farrell, ex-promessa un po’ perduta nel corso degli anni, presta il suo volto sofferto. Pleonastiche le interpretazioni femminili. 
Un film che non riesce a raggiungere la spietata compattezza a cui aspirerebbe tanto da suscitare la sensazione di un’occasione, se non sprecata, un po’ dispersa.

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