Il vasto carniere di Netflix mi consente il recupero di un film del 2007, che in realtà sembra più un episodio del vecchio “Ai confini della realtà” o del nuovo “Black Mirror”. Ma come si diceva una volta, “i maiali sono stati messi all’ingrasso”, in altre parole uno spunto in grado di sostenere i soliti quaranta minuti è stato dilatato per raggiungere impunemente l’entità e la solidità di un normale lungometraggio.
Lo spunto è costituito da una serie di premonizioni
che cadono sulla testa di un gentile madre di famiglia, con marito e
due figliolette a carico affettivo. Un lugubre sceriffo viene ad
annunciare alla donna la morte del marito a seguito di un pauroso
incidente stradale. Disperazione. Ma al successivo risveglio mattutino
la donna trova che suo marito è vivo e vegeto. Successivo risveglio
mattutino e ci troviamo in piena veglia funebre. E così via, avanti e
indietro fra previsione della realtà e realtà effettuale (ma quali delle
due realtà è veramente ... reale?) finché i fili s’intrecciano e la
donna si trova ad essere partecipe o forse causa della sciagura.
Il film
si regge tutto sulla carica “presenzialista” di Sandra Bullock che si è
fatta scrivere un film su misura dove giocare la sua carica drammatica.
Brava e carismatica senza dubbio, anche se rischia di voler fare ad
ogni costo l’asso piglia tutto riducendo a zero o quasi i comprimari.
Ridotto a 45 minuti il film sarebbe perfetto, ma allora avremmo avuto
solo un episodio per una delle serie di cui si è detto.
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