A me, amante delle grandi storie che sfidano il passato, sia remoto che
prossimo, fa un po’ rabbia constatare come la fiction televisiva, da
qualche anno a questa parte, da noi come nel resto del mondo, prediliga
il presente, le storie della cronaca, sia pure rabberciate ed edulcorate
per farle diventare favola. Ma tant’è, ormai i telespettatori sembrano
gradirle. Da noi in Italia questa come altre tendenze diventano
stucchevoli e la cronaca viene filtrata
attraverso gli occhiali rosa della stampa gossip o attraverso quelli
verdi o abbrunati di un sociologismo a buon mercato. Non faccio
citazioni, sarebbe troppo facile.
Ecco perché sono rimasto colpito
favorevolmente, nonostante sia prevenuto, da questa serie dedicata al
“caso O.J,Simpson”, prevista in dieci puntate, prima di un ciclo
dedicato all’ “American Crime Story”. Intanto sceneggiatura
magistrale, la cronaca – che peraltro conoscevo solo a grandi linee,
molto genericamente – viene non scimmiottata in un tentativo di sommaria
trascrizione ma trasferita in un articolato “romanzo”. In particolare
nella storia di un complesso gioco giudiziario, una rappresentazione
piuttosto brutale di come si amministra la giustizia negli USA. Cui fa
seguito un’accurata realizzazione, veloce e moderna ma senza eccedere in
effetti e “bellurie” non giustificate.
E che dire degli attori? Da Cuba
Cooding jr., protagonista non onnipresente ma efficace e
indispensabile, a John Travolta che cesella il personaggio
dell’avvocato, abile quanto cialtrone, a tutti gli altri. Insomma una
impagabile lezione di tv.
OJ Simpson caso vergognoso.Lui bambino cresciuto ebete,assassino,violento e ladro.
RispondiElimina