BANGKOK DANGEROUS - IL CODICE DELL'ASSASSINO

 

Con una lunga carriera e una serie di buone occasioni, Nicholas Cage, dell’illustre schiatta dei Coppola, non ci ha mai entusiasmato troppo come attore. Il suo volto scavato e drammatico per antonomasia, caratterizzato da due occhi costantemente sbarrati, è stato utilizzato nelle due versioni ammissibili: agnello sacrificale alla mercè dei cattivi, e supercattivo nemico dei buoni.
In quest’ultima versione lo ritroviamo, assassino su commissione, adottare il rigido manuale del perfetto killer. Collaudata macchina per uccidere sino a quando non compie due errori dettati da un paio di inammissibili rigurgiti di umanità: un delicato sentimento nei confronti di una giovane thailandese sordomuta e un atteggiamento paternalistico verso il giovane che lo aiuta a compiere i misfatti. Male, malissimo, perchè queste due infrazioni al codice lo condurranno alla rovina. 
Curiosamente il volto impassibile e scarsamente espressivo di Nicholas stavolta funziona, proprio perché a disposizione di un personaggio impassibile per definizione, e il film funziona altrettanto bene, con una storia risaputa ma scandita in modo sufficientemente originale. Bangkok, i suoi angoli celebrati dal turismo, il suo caos orientale, i volti della sua gente costituiscono un contesto nuovo per una storia che forse nuova non è.
Insomma un film d’azione scritto a metà fra il film all’americana e quello alla Hong Kong, a cui non c’è granchè da rimproverare.

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