Ho visto solo le prime tre puntate della nuova serie Netflix “Santa Clarita Diet”, cioè la dieta di Santa Clarita, che gioca con l’horror ma abbandonando il grottesco per schierarsi decisamente sul fronte della commedia.
Una coppia di sposi con figlia adolescente che fanno gli agenti immobiliari, volutamente analoga alle coppie piccoloborghesi tanto amate dalla tv statunitense. Solita caccia al cliente, solita competizione con gli agguerriti colleghi. Il nuovo è dato dalla predilezione della donna, Sheila, per la carne umana, di cui è inguaribile buongustaia, fabbisogno alimentare che cerca di procurarsi in modo disinvolto, senza creare grossi disagi alla famiglia. In poche parole la donna è una zombie che addenta la preda di turno senza troppi scrupoli e la consuma sul posto, “nature”, creando qualche inconveniente per l’igiene di casa e qualche disagio ai propri familiari: lo splatter non perdona!
Lo spunto è sorretto dalla verve di Drew Barrymore, che abbiamo lasciato giovinetta da fiaba e troviamo attempatella e malridotta – gli anni passano per tutti - ma sempre con quegli occhietti birichini, ormai affrancatosi da quel cognome che ha costituito per lei un ingombrante passaporto per la notorietà: come si fa a buttarsi via se ti chiami Barrymore, figlia di attrice e soprattutto pronipote dei tre “mostri sacri” dello spettacolo americano? E invece sì, spero che la serie vada avanti bene, so che ha già ricevuto critiche positive, non ultimo elemento di curiosità la presenza della giovane attrice australiana Liv Hewson, che abbiamo già visto pimpante e irresistibile nella miniserie grottesca “Dramaworld”.
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