Uno di quei thriller – come si diceva una volta – “fatti a mestiere”.
Con i buoni un po’ ingenui e fresconi che si fanno irretire dalla prima
prospettiva di un’appetitosa avventuretta e i cattivi che più cattivi
non si può.
Clive Owen è un buon padre di famiglia tutto casa e ufficio. Ma sul treno che quotidianamente lo conduce al lavoro incontra la fascinosa Jennifer Aniston e prima o poi è destinato a cedere al suo fascino, peraltro dispensato con il doveroso ritegno. Raggiungono un’alcova provvisoria, da squallido romanzetto borghese, ma nel momento culminante dell’amplesso irrompe il violento, cattivissimo Vincent Cassell che, dopo aver malmenato l’uomo e stuprato la donna, sottopone il primo a una serie di progressivi e crescenti ricatti monetari.
Lui ci prova a sottrarvisi ma non vuol creare fastidi alla
compagna d’avventure e poi il cattivo è scatenato e senza scrupoli e,
nonostante Owen sia quel pezzo d’uomo che sappiamo, non può sfuggire
alle ripetute minacce con relativi pestaggi. Poi il rovesciamento
inaspettato, che evitiamo di raccontare per non deludere i pochi che non
avessero visto questo film del 2005. E che volessero vederlo. Clive Owen è un buon padre di famiglia tutto casa e ufficio. Ma sul treno che quotidianamente lo conduce al lavoro incontra la fascinosa Jennifer Aniston e prima o poi è destinato a cedere al suo fascino, peraltro dispensato con il doveroso ritegno. Raggiungono un’alcova provvisoria, da squallido romanzetto borghese, ma nel momento culminante dell’amplesso irrompe il violento, cattivissimo Vincent Cassell che, dopo aver malmenato l’uomo e stuprato la donna, sottopone il primo a una serie di progressivi e crescenti ricatti monetari.
Ne vale la pena, perché il film è ben costruito, dosa ma non risparmia emozioni, è sufficientemente violento, la Aniston “se la tira” ma funziona, Owen è un po’ fuori parte e Cassel è più che bravo, come al solito.
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