Prima dell’allunaggio e delle esplorazioni spaziali, Gene Roddenberry,
creatore di Star Trek, è stato l’autentico precursore della fantasia
interplanetaria e intergalattica, riuscendo a spingere la sua Enterprise
con relativa squadra oltre i confini dello spazio “per arrivare là dove
nessun uomo è mai giunto prima”. Le sue storie, declinate in una serie
interminabili di episodi e di stagioni, ci hanno introdotto alla
geografia spaziale più sfrenata, facendoci
accettare come amici, ma anche come nemici, esseri diversi, a volte
repellenti.
Resta insuperabile il primo ciclo (1966-69), consegnato alla mitologia televisiva, con l’eterogenea cosmopolitica squadra ai comandi del capitano Kirk, che contemplava una donna di colore, un russo, un asiatico e infine un vulcaniano un po’ meticcio (madre terrestre) dalle orecchie a punta e dall’imperturbabilità a tutta prova, il signor Spock. Fu tale il successo che si decise – operazione non del tutto nuova – di far seguire alla serie “live” una serie a disegni animati, doppiata dagli stessi attori.
Resta insuperabile il primo ciclo (1966-69), consegnato alla mitologia televisiva, con l’eterogenea cosmopolitica squadra ai comandi del capitano Kirk, che contemplava una donna di colore, un russo, un asiatico e infine un vulcaniano un po’ meticcio (madre terrestre) dalle orecchie a punta e dall’imperturbabilità a tutta prova, il signor Spock. Fu tale il successo che si decise – operazione non del tutto nuova – di far seguire alla serie “live” una serie a disegni animati, doppiata dagli stessi attori.
Ed ecco “Star Trek, animated series”: piccole
storie della durata di 24 minuti, dove l’astronave Enterprise e il suo
equipaggio vivono avventure in parte tratte dalla serie ma nella maggior
parte nuove di zecca, stagliate su background fantastici, con assoluta
economia di disegni e di tavole, e giocate con effetti d’animazione
abbastanza semplici ed elementari, colori puri, senza ombre o sfumature,
somiglianze puramente indicative e stilizzate. Ed è questo il fascino
di queste storie – che abbiamo la possibilità di rivedere grazie a
Netflix –: la loro semplicità da striscia fumettistica non sofisticata,
narrata con il minimo di effetti, storie curiose, a lieto fine, dove i
nostri personaggi conservano il loro carattere e lo declinano in forma
semplificata ma ottimale.
Un divertimento per grandi e piccini, lontano
dagli stereotipi sofisticati, disneyani e non.
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